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CHAPTER XV: GERMANO CELANT and ETTORE SPALLETTI

Ettore Spalletti. Così com’è, 2019, 11’34”

“I met Ettore in the 1970s or 1980s, but the connection with his work took place much later.” Germano Celant

With chapter XV of Journal, we remember the critic and curator Germano Celant, recently passed away, and his friendship and relationship with Ettore Spalletti, presenting an excerpt of the documentary “Ettore Spalletti. Così com’è”, 2019.

In the film the critic talks about Ettore Spalletti, calling him a “solitary”, whose work overcoming the hardness of the artistic movements of the 1960s like Art Povera, conceptual art and land art, finds its uniqueness by creating art through beauty.

The documentary continues with the story of the 47th Venice Biennale in 1997, of which Celant was the director. He invited Spalletti, Enzo Cucchi and Maurizio Cattelan by dialoguing their different radicality: an enviromental and sculptural one, a pictorial one, and one that was a contempt of tradition.

For Celant, Spalletti “gave to painting a sense of spirituality by using dust, an inconsistent, but sensual material”. Paintings that remind Giorgio Morandi’s work, that’s how the critic describes his landscapes made with the use of color.

Friday, May 15 on RAI5, the documentary by Alessandra Galletta, will be broadcast at 10pm (52’).

Germano Celant (Genoa, Italy 1940 – Milan, 2020).
Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, Italy 1940 – 2019).

“Il mio incontro con Ettore è avvenuto negli anni 70’,80’, però il rapporto con il suo lavoro è avvenuto molto più tardi.” Germano Celant

Con il capitolo XV di Journal vogliamo rendere omaggio al rapporto e all’amicizia tra Ettore Spalletti e il critico e curatore Germano Celant, recentemente scomparso, presentando un estratto del documentario “Ettore Spalletti. Così com’è”, 2019.

Nel film il critico genovese ci parla di Ettore Spalletti, definendolo “un solitario”, il cui lavoro, che supera la condizione di durezza dei movimenti artistici degli anni 60’ quali l’Arte Povera, l’arte concettuale e la land art, trova la sua specificità nella sublimazione del modo di fare arte tramite la bellezza.

Il documentario prosegue con il racconto della 47ma Biennale di Venezia del 1997, di cui Celant fu il direttore: invitò Spalletti, Enzo Cucchi e Maurizio Cattelan mettendo in dialogo le loro diverse radicalità, ambientale pittorica, pittorica tradizionale e spregio dell’arte.

Per Celant Spalletti “dava alla pittura un senso di spiritualità utilizzando la polvere, un materiale inconsistente e allo stesso tempo sensuale”. Un “landscape morandiano” così il critico definisce l’esemplarità dei suoi paesaggi resi attraverso l’uso del colore.

Venerdì 15 maggio su RAI5, il documentario, realizzato da Alessandra Galletta, sarà trasmesso alle 22 (52’).

 Germano Celant (Genova, 1940 – Milano, 2020).
Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940 – 2019).

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